
Generalmente si pensa che il rilassamento sia semplicemente un modo di lasciarsi andare al nulla, tipo sonno. Invece, il rilassamento che si applica nel Training Mentale, è un processo tutt’altro che passivo.
Quando ci si rilassa e si riconoscono le tensioni o lo sfondo delle sensazioni sfavorevoli, lo scopo è sì quello di attenuarle e controllarle, ma è soprattutto quello di ridurre le emozioni che ostacolano l’apprendimento e le prestazioni.
Quindi, ci si rilassa non solo per ridurre le tensioni psicofisiche e favorire uno stato di calma, ma per imparare ad auto controllarsi. E cioè a mettere in onda pensieri e sentimenti adeguati alle attività da svolgere e a promuovere comportamenti più ‘efficienti’.
Il rilassamento non è altro che un magnifico innesco per sviluppare qualità superiori, come la fiducia e la concentrazione, ed è soprattutto un percorso di educazione all'ascolto di sé.
E’ un processo dove primeggia il ‘lasciarsi andare’, ma anche questo non è completamente passivo, perché bisogna ‘accettare’ di ‘lasciarsi andare’ e di ‘lasciar accadere’. Quindi, anche quando sono in atto tensioni o disagi, il ‘lasciarsi andare’ è un accogliere quello che c’è. Da quella pre-condizione, ci si apre a una condizione che è definibile come concentrazione - passiva.
L’attenzione si dirige al corpo, che si può volontariamente tendere e rilassare, alle sensazioni del ritmo respiratorio e a brevi formule di rilassamento e guida. Queste variano a seconda della disciplina adottata.
L’agire mentale è proteso al recupero energetico e il mantra è quello di ‘sforzarsi di non sforzarsi’.
La ripetizione quotidiana della pratica del rilassamento, che consiglio di guidare con la voce interiore piuttosto che con l'ascolto di un’audiocassetta, diventerà un allenamento e un’abilità che servirà nello sport al duplice scopo di ridurre lo stress competitivo e le tensioni agonistiche più accese. Nella vita, invece, si tradurrà in centratura psicologica e i suoi effetti positivi si estenderanno a tutte le attività quotidiane.
E’ uno stato dove l’energia si muove in presenza e in assenza di sé, a seconda di dove dirigiamo l’attenzione, ma è anche quel luogo dove la forza, la vitalità e le idee trovano il loro respiro primordiale.
Quando ci si rilassa e si riconoscono le tensioni o lo sfondo delle sensazioni sfavorevoli, lo scopo è sì quello di attenuarle e controllarle, ma è soprattutto quello di ridurre le emozioni che ostacolano l’apprendimento e le prestazioni.
Quindi, ci si rilassa non solo per ridurre le tensioni psicofisiche e favorire uno stato di calma, ma per imparare ad auto controllarsi. E cioè a mettere in onda pensieri e sentimenti adeguati alle attività da svolgere e a promuovere comportamenti più ‘efficienti’.
Il rilassamento non è altro che un magnifico innesco per sviluppare qualità superiori, come la fiducia e la concentrazione, ed è soprattutto un percorso di educazione all'ascolto di sé.
E’ un processo dove primeggia il ‘lasciarsi andare’, ma anche questo non è completamente passivo, perché bisogna ‘accettare’ di ‘lasciarsi andare’ e di ‘lasciar accadere’. Quindi, anche quando sono in atto tensioni o disagi, il ‘lasciarsi andare’ è un accogliere quello che c’è. Da quella pre-condizione, ci si apre a una condizione che è definibile come concentrazione - passiva.
L’attenzione si dirige al corpo, che si può volontariamente tendere e rilassare, alle sensazioni del ritmo respiratorio e a brevi formule di rilassamento e guida. Queste variano a seconda della disciplina adottata.
L’agire mentale è proteso al recupero energetico e il mantra è quello di ‘sforzarsi di non sforzarsi’.
La ripetizione quotidiana della pratica del rilassamento, che consiglio di guidare con la voce interiore piuttosto che con l'ascolto di un’audiocassetta, diventerà un allenamento e un’abilità che servirà nello sport al duplice scopo di ridurre lo stress competitivo e le tensioni agonistiche più accese. Nella vita, invece, si tradurrà in centratura psicologica e i suoi effetti positivi si estenderanno a tutte le attività quotidiane.
E’ uno stato dove l’energia si muove in presenza e in assenza di sé, a seconda di dove dirigiamo l’attenzione, ma è anche quel luogo dove la forza, la vitalità e le idee trovano il loro respiro primordiale.