
Per ogni genitore non è mai facile valutare qual è il modo migliore di sostenere il proprio figlio prima di una gara.
Si mescolano emozioni contrastanti di orgoglio, di ansia e di paura.
Nel provare orgoglio, ogni genitore socializza e rende percettibile il suo impegno e se stesso. Attraverso il figlio, un papà e una mamma, si riproducono e si presentano, nell’arena della competizione, allo sguardo e alla meraviglia del prossimo.
Nel provare ansia e paura, un padre e una madre, ragionano sul proprio figlio, sulle sue tensioni caratteriali e sulle sue fragilità, ma anche sulle sue capacità e sui suoi modelli di riferimento.
Nel migliore dei casi, cercano dentro se stessi un terrapieno di emozioni di fiducia, di stima e di speranza.
Nel sostenere il proprio ruolo di genitori, si sforzano di scoprire e collaudare azioni speciali che possano rincuorare il proprio figlio. Come ad esempio:
- uno spiccato interesse ad osservare con benevolenza, a vedere le cose migliori ed a pensare con ottimismo;
- una maggiore attenzione alla comunicazione, attraverso l’ascolto che accoglie le incertezze, i dubbi, le insicurezze; attraverso l’uso delle parole che confortano e incoraggiano; attraverso i ragionamenti che puntualizzano e affrontano l’essenziale;
- una maggiore ponderazione, per far emergere in modo più soddisfacente la relazione genitore/figlio, e trovare un terreno elettivo di maturazione, di crescita e di pienezza, comuni.
E così, mentre il figlio impara a ‘giocare’ e 'maneggiare' il proprio potenziale, il genitore, riceve il più importante dei regali: un ampliamento della propria visione umana... di lui, dell’altro, di se stesso e del mondo.
Si mescolano emozioni contrastanti di orgoglio, di ansia e di paura.
Nel provare orgoglio, ogni genitore socializza e rende percettibile il suo impegno e se stesso. Attraverso il figlio, un papà e una mamma, si riproducono e si presentano, nell’arena della competizione, allo sguardo e alla meraviglia del prossimo.
Nel provare ansia e paura, un padre e una madre, ragionano sul proprio figlio, sulle sue tensioni caratteriali e sulle sue fragilità, ma anche sulle sue capacità e sui suoi modelli di riferimento.
Nel migliore dei casi, cercano dentro se stessi un terrapieno di emozioni di fiducia, di stima e di speranza.
Nel sostenere il proprio ruolo di genitori, si sforzano di scoprire e collaudare azioni speciali che possano rincuorare il proprio figlio. Come ad esempio:
- uno spiccato interesse ad osservare con benevolenza, a vedere le cose migliori ed a pensare con ottimismo;
- una maggiore attenzione alla comunicazione, attraverso l’ascolto che accoglie le incertezze, i dubbi, le insicurezze; attraverso l’uso delle parole che confortano e incoraggiano; attraverso i ragionamenti che puntualizzano e affrontano l’essenziale;
- una maggiore ponderazione, per far emergere in modo più soddisfacente la relazione genitore/figlio, e trovare un terreno elettivo di maturazione, di crescita e di pienezza, comuni.
E così, mentre il figlio impara a ‘giocare’ e 'maneggiare' il proprio potenziale, il genitore, riceve il più importante dei regali: un ampliamento della propria visione umana... di lui, dell’altro, di se stesso e del mondo.