
L’immagine che lo sportivo ha di sé, è a specchi multipli e deriva da un processo in continua evoluzione. E’ il modo in cui si vede, è il modo in cui si atteggia, è ciò che pensa di sé. Di ciò che gli altri pensano di lui. L’immagine di sé è costruita sull’insieme di credenze e convinzioni in merito a se stesso, sulle caratteristiche positive e negative del proprio carattere. E’ soprattutto il modo in cui pensa di essere.
Pertanto, la costruzione dell’immagine di sé, è un processo che procede a sbalzi come le stagioni, ma ha una stella polare da seguire. Ha un DNA potenziale che occorre riconoscere, attivare, realizzare.
Il DNA dell’immagine di sé, è formato da un codice unico e irripetibile, un linguaggio cifrato che contiene l’essenza di una vita e di un destino. E’ un prototipo di insistenza, ostinazione, fedeltà. Nell’immagine di ognuno è, pertanto, attiva una sequenza di forze che guidano la vocazione, la motivano, la proteggono, e vanno realizzate.
Un atleta può avere una immagine di sé più o meno positiva, può avere più o meno autostima, ma quello che conta per lui è riuscire ad identificare le proteine interiori che avverano la parte saggia di se stesso.
Si vive con i sensi, si organizza la propria attività mentale con il ragionamento, si dialoga con il proprio inconscio attraverso le immagini e le emozioni, ma sono il sogno e la meditazione, che racchiudono tutte queste dimensioni e le attualizzano.
L’organizzazione mentale è tutto ciò che un atleta ha per vedere, prevedere e creare se stesso in un nuovo ordine di pensieri. E’ attraverso l’attivazione dell’inconscio, degli archetipi e dell’intelligenza, che egli riesce a creare un nuovo assetto interno e a proiettare l’immagine di se stesso in un futuro da scoprire e costruire.
Conoscere queste dimensioni di se stesso, significa accettare le regola del gioco di caso e necessità. Ovvero, significa partire dalla conoscenza di sé per rendere possibile l’espressione dei codici della propria intima natura.
Pertanto, la costruzione dell’immagine di sé, è un processo che procede a sbalzi come le stagioni, ma ha una stella polare da seguire. Ha un DNA potenziale che occorre riconoscere, attivare, realizzare.
Il DNA dell’immagine di sé, è formato da un codice unico e irripetibile, un linguaggio cifrato che contiene l’essenza di una vita e di un destino. E’ un prototipo di insistenza, ostinazione, fedeltà. Nell’immagine di ognuno è, pertanto, attiva una sequenza di forze che guidano la vocazione, la motivano, la proteggono, e vanno realizzate.
Un atleta può avere una immagine di sé più o meno positiva, può avere più o meno autostima, ma quello che conta per lui è riuscire ad identificare le proteine interiori che avverano la parte saggia di se stesso.
Si vive con i sensi, si organizza la propria attività mentale con il ragionamento, si dialoga con il proprio inconscio attraverso le immagini e le emozioni, ma sono il sogno e la meditazione, che racchiudono tutte queste dimensioni e le attualizzano.
L’organizzazione mentale è tutto ciò che un atleta ha per vedere, prevedere e creare se stesso in un nuovo ordine di pensieri. E’ attraverso l’attivazione dell’inconscio, degli archetipi e dell’intelligenza, che egli riesce a creare un nuovo assetto interno e a proiettare l’immagine di se stesso in un futuro da scoprire e costruire.
Conoscere queste dimensioni di se stesso, significa accettare le regola del gioco di caso e necessità. Ovvero, significa partire dalla conoscenza di sé per rendere possibile l’espressione dei codici della propria intima natura.