
Per un atleta, allenare l’attenzione è fondamentale per dirigere e focalizzare la propria attività mentale verso prestazioni ottimali.
L’attenzione riguarda l’esperienza soggettiva di rivolgersi verso un oggetto interno (sensazioni, emozioni, pensieri, immagini, movimenti) od esterno, attraverso i cinque sensi, e supporta la capacità di orientare selettivamente le informazioni ambientali, il loro significato e l’importanza gerarchica che assumono in base ad esperienze precedenti.
Affinché ci sia una attenzione consapevole, l’atleta deve percepire lo stato di vigilanza e di allerta, insieme alla capacità di concentrazione e di valutazione.
Se l’attenzione viene meno e ci si sente distratti, è perché intervengono fattori disturbanti quali sonnolenza o affaticamento mentale, fattori invalidanti quali stress o dolore fisico, o impedenti come negli stati emotivi di ansia, panico e depressione.
La funzioni attentive sono controllate da uno specifico sistema decisionale, un ‘supervisor attentional system’, che prende in esame i vari aspetti di una situazione e ha il compito di:
- distribuire l’attenzione secondo una gerarchia pianificata in base alla rilevanza delle informazioni;
- ridistribuire l’attenzione in seguito ad errori di pianificazione o in caso di variazioni, soprattutto in situazioni di pericolo.
Questo sistema di controllo può essere allenato con specifiche tecniche di rilassamento passivo e attivo, da soli e durante gli allenamenti.
L’importante è che l’atleta sia consapevole dell’attenzione nelle sue varie funzioni (automatica, controllata, selettiva, distribuita, momentanea e sostenuta) e riesca ad orientarla come una freccia verso il suo bersaglio.
L’attenzione riguarda l’esperienza soggettiva di rivolgersi verso un oggetto interno (sensazioni, emozioni, pensieri, immagini, movimenti) od esterno, attraverso i cinque sensi, e supporta la capacità di orientare selettivamente le informazioni ambientali, il loro significato e l’importanza gerarchica che assumono in base ad esperienze precedenti.
Affinché ci sia una attenzione consapevole, l’atleta deve percepire lo stato di vigilanza e di allerta, insieme alla capacità di concentrazione e di valutazione.
Se l’attenzione viene meno e ci si sente distratti, è perché intervengono fattori disturbanti quali sonnolenza o affaticamento mentale, fattori invalidanti quali stress o dolore fisico, o impedenti come negli stati emotivi di ansia, panico e depressione.
La funzioni attentive sono controllate da uno specifico sistema decisionale, un ‘supervisor attentional system’, che prende in esame i vari aspetti di una situazione e ha il compito di:
- distribuire l’attenzione secondo una gerarchia pianificata in base alla rilevanza delle informazioni;
- ridistribuire l’attenzione in seguito ad errori di pianificazione o in caso di variazioni, soprattutto in situazioni di pericolo.
Questo sistema di controllo può essere allenato con specifiche tecniche di rilassamento passivo e attivo, da soli e durante gli allenamenti.
L’importante è che l’atleta sia consapevole dell’attenzione nelle sue varie funzioni (automatica, controllata, selettiva, distribuita, momentanea e sostenuta) e riesca ad orientarla come una freccia verso il suo bersaglio.