
Certo, non hai vinto la Coppa del Mondo. I Mondiali Universitari di calcio sono considerati un torneo di serie B. Ma chi avrebbe pensato, prima di partire per la Corea del Sud, che saresti stato titolare in una nazionale italiana di studenti provenienti da 15 diverse squadre che neanche si conoscevano?
Dopo un anno di incertezze: prima titolare (sei salito in alto), poi non titolare (sei piombato in basso), successivamente, ottimo sostituto del bravo Pinsoglio, sei stato un serio camminatore dai piedi per terra e ti sei rimboccato le maniche studiando, scrivendo, comunicando.
Ieri, sei stato protagonista di questo viaggio inaspettato e ti ho visto sorridere, essere felice e in ottima sintonia con il gruppo. Oggi, meritatamente, voli in alto e mi auguro che serva a vedere di più.
Ti ho visto provare emozioni, condividerle con chi era a casa, vederti determinato e/o sorridente in ogni inquadratura, gentile, e per me è stato un piacere: una gioia vederti giocare e una soddisfazione vederti protagonista.
Come genitore non posso certo chiedere di più.
Mi inchino alla tua determinazione, alla tua umiltà e alla tua capacità di chiedere aiuto nei momenti difficili, come si fa in una squadra: i protagonisti, tutti tesi al proprio tornaconto, si connettono magicamente, escono dai propri orticelli e creano delle sinergie favolose.
Le partite si vincono ogni domenica, ma questo premio rimarrà tutta la vita in due modi: come ricordo (la medaglia che terrai sul tavolo) e come diploma sportivo (che terrai ad altezza d’uomo, nella tua migliore parete) quale lezione su cui riflettere e trarre insegnamenti. Sempre, anche quando avrai finito di giocare.
Sono sicuro che questo premio ti ricordi quanto sia utile studiare e formarti; preparare il tuo futuro post professionistico - ora che sei nella tua migliore condizione psicofisica; e, soprattutto, che vale la pena cercare la gioia nelle proprie scelte di vita, anche se possono essere dolorose.
Il tuo insegnamento per me è quello di starti vicino mentre sei più lontano.
Dopo un anno di incertezze: prima titolare (sei salito in alto), poi non titolare (sei piombato in basso), successivamente, ottimo sostituto del bravo Pinsoglio, sei stato un serio camminatore dai piedi per terra e ti sei rimboccato le maniche studiando, scrivendo, comunicando.
Ieri, sei stato protagonista di questo viaggio inaspettato e ti ho visto sorridere, essere felice e in ottima sintonia con il gruppo. Oggi, meritatamente, voli in alto e mi auguro che serva a vedere di più.
Ti ho visto provare emozioni, condividerle con chi era a casa, vederti determinato e/o sorridente in ogni inquadratura, gentile, e per me è stato un piacere: una gioia vederti giocare e una soddisfazione vederti protagonista.
Come genitore non posso certo chiedere di più.
Mi inchino alla tua determinazione, alla tua umiltà e alla tua capacità di chiedere aiuto nei momenti difficili, come si fa in una squadra: i protagonisti, tutti tesi al proprio tornaconto, si connettono magicamente, escono dai propri orticelli e creano delle sinergie favolose.
Le partite si vincono ogni domenica, ma questo premio rimarrà tutta la vita in due modi: come ricordo (la medaglia che terrai sul tavolo) e come diploma sportivo (che terrai ad altezza d’uomo, nella tua migliore parete) quale lezione su cui riflettere e trarre insegnamenti. Sempre, anche quando avrai finito di giocare.
Sono sicuro che questo premio ti ricordi quanto sia utile studiare e formarti; preparare il tuo futuro post professionistico - ora che sei nella tua migliore condizione psicofisica; e, soprattutto, che vale la pena cercare la gioia nelle proprie scelte di vita, anche se possono essere dolorose.
Il tuo insegnamento per me è quello di starti vicino mentre sei più lontano.