
Ogni osservazione equivale ad una fotografia di se stessi che ritrae un nostro modo di essere in una data situazione. Può capitare che delle singole osservazioni, delle singole fotografie, siano particolarmente rivelatrici. Le raccolte di fotografie, la quantità di osservazioni su noi stessi che andiamo raccogliendo, possono tuttavia essere ancora più importanti, perché ci consentono di avere termini di paragone, di individuare modelli a prima vista poco evidenti, di poterci analizzare.
E’, tuttavia, molto importante non confondere l’osservazione di sé con l’autoanalisi. Quest’ultima è un’attività intellettuale che può facilmente divenire troppo astratta offrendo una visione alterata dei fatti.
Attraverso il ricordo di sé si integrano le proprie facoltà dissociate in un insieme più unitario. Questa unitarietà comporta un’espansione volontaria della coscienza in modo che l’intero nostro essere, o perlomeno alcuni aspetti di quel tutto, siano conservati nella mente insieme ai dettagli della coscienza. Si tratta di ricordare il proprio corpo, i propri istinti, i sentimenti e il sapere intellettuale; in questo modo si incoraggia lo sviluppo e il funzionamento integrato del corpo, delle emozioni e della mente.
Creando un apposito centro di coscienza potremo costruire un sé più vigile, una base che ci consentirà di conoscerci meglio e di funzionare con maggiore efficienza.
Un esercizio relativo al ricordo di sé consiste nel fare mente locale alle varie parti del corpo, senza perdere di vista lo sfondo rappresentato dal nostro mondo interiore. La pratica in questione si chiama sentire, guardare e ascoltare.
L'osservazione di se stessi sembra molto semplice, talmente semplice che talvolta siamo tentati di sottovalutarla ritenendo che sia una cosa che già facciamo. Può essere, ma esercitandoci con costanza rimarremo piacevolmente sorpresi nello scoprire quanto più ricca può essere la nostra vita.
E’, tuttavia, molto importante non confondere l’osservazione di sé con l’autoanalisi. Quest’ultima è un’attività intellettuale che può facilmente divenire troppo astratta offrendo una visione alterata dei fatti.
Attraverso il ricordo di sé si integrano le proprie facoltà dissociate in un insieme più unitario. Questa unitarietà comporta un’espansione volontaria della coscienza in modo che l’intero nostro essere, o perlomeno alcuni aspetti di quel tutto, siano conservati nella mente insieme ai dettagli della coscienza. Si tratta di ricordare il proprio corpo, i propri istinti, i sentimenti e il sapere intellettuale; in questo modo si incoraggia lo sviluppo e il funzionamento integrato del corpo, delle emozioni e della mente.
Creando un apposito centro di coscienza potremo costruire un sé più vigile, una base che ci consentirà di conoscerci meglio e di funzionare con maggiore efficienza.
Un esercizio relativo al ricordo di sé consiste nel fare mente locale alle varie parti del corpo, senza perdere di vista lo sfondo rappresentato dal nostro mondo interiore. La pratica in questione si chiama sentire, guardare e ascoltare.
L'osservazione di se stessi sembra molto semplice, talmente semplice che talvolta siamo tentati di sottovalutarla ritenendo che sia una cosa che già facciamo. Può essere, ma esercitandoci con costanza rimarremo piacevolmente sorpresi nello scoprire quanto più ricca può essere la nostra vita.