
Nella sua forma più generale, la pratica dell'osservazione di sé comporta semplicemente che si presti attenzione a tutto quello che accade, mantenendo una mente aperta e curiosa di tutto ciò che avviene intorno a noi. Questo tutto, quasi sempre,sarà un misto di percezione degli eventi esterni e di reazione agli stessi.
Dovremo lasciar cadere qualsiasi convinzione aprioristica su cosa dovrebbe suscitare il nostro interesse, su ciò che è importante e ciò che non lo è. Tutto ciò che esiste è degno di essere osservato.
Questa ‘apertura mentale’ dev'essere qualcosa di più della semplice attenzione intellettuale. L’attenzione che potremmo cercare di dedicare al mondo e a noi stessi è di tipo emozionale e fisico oltre che intellettuale. Spesso pensiamo che il processo di osservazione sia rappresentato dal dire prevalentemente il nome di ciò che stiamo osservando e sorvoliamo sui sentimenti che può suscitare quell’informazione.
Che sentimenti provoca in noi, se ne provoca? Quali effetti produce nel nostro corpo?
A volte le nostre osservazioni possiedono soltanto una o due di queste qualità, ma dovremo sforzarci di essere sempre aperti a tutte quante. Qualsiasi cosa accada, andrà comunque bene. Quando saremo diventati bravi ad ascoltare, ad osservarci, ci accorgeremo che non è necessario che ci identifichiamo o che ci lasciamo coinvolgere da ogni attacco e da ogni dubbio; questi diventeranno delle informazioni, dei dati su cui intervenire e non una sequenza di compulsioni irrefrenabile.
L'osservazione è, quindi, una forma di attenzione, un atteggiamento verso se stessi utile sia nei momenti di difficoltà e sofferenza sia nei momenti di maggiore serenità.
Dovremo lasciar cadere qualsiasi convinzione aprioristica su cosa dovrebbe suscitare il nostro interesse, su ciò che è importante e ciò che non lo è. Tutto ciò che esiste è degno di essere osservato.
Questa ‘apertura mentale’ dev'essere qualcosa di più della semplice attenzione intellettuale. L’attenzione che potremmo cercare di dedicare al mondo e a noi stessi è di tipo emozionale e fisico oltre che intellettuale. Spesso pensiamo che il processo di osservazione sia rappresentato dal dire prevalentemente il nome di ciò che stiamo osservando e sorvoliamo sui sentimenti che può suscitare quell’informazione.
Che sentimenti provoca in noi, se ne provoca? Quali effetti produce nel nostro corpo?
A volte le nostre osservazioni possiedono soltanto una o due di queste qualità, ma dovremo sforzarci di essere sempre aperti a tutte quante. Qualsiasi cosa accada, andrà comunque bene. Quando saremo diventati bravi ad ascoltare, ad osservarci, ci accorgeremo che non è necessario che ci identifichiamo o che ci lasciamo coinvolgere da ogni attacco e da ogni dubbio; questi diventeranno delle informazioni, dei dati su cui intervenire e non una sequenza di compulsioni irrefrenabile.
L'osservazione è, quindi, una forma di attenzione, un atteggiamento verso se stessi utile sia nei momenti di difficoltà e sofferenza sia nei momenti di maggiore serenità.