
Se i tecnici del settore dovessero attribuire delle percentuali di importanza per ciascuna componente direbbero: 20/30% allenamento fisico; 20/30% allenamento tecnico; e 40/60% allenamento mentale. Ed è esattamente il contrario di quasi ogni altra disciplina dinamica.
Un’apnea realizzata in modo consapevole e responsabile, insieme alla voglia di darci dentro, predilige fin dall’inizio il piacere, la conoscenza di sé e delle proprie reazioni. Coincide con un lavoro molto attento sull’ansia pre-sportiva e agonistica, e sull’esplorazione dei confini agonistici.
Facendo apnea, un atleta impara fin da subito a gestire le parti facili di ogni gara, a dialogare con se stesso di fronte alle prime e seconde difficoltà della prestazione e a fare il giro delle ‘sette chiese’ quando cerca di superare, metro per metro, i propri limiti. Soprattutto quelli mentali.
Nel dosare le proprie energie l’atleta vive pienamente quello stato zen (stato della coscienza) che suona come ‘stai zitto e nuota’. ‘Lo so, non è facile, ma fai del tuo meglio per esplorare la fatica, la fame d’aria, la sofferenza, lo sconosciuto che hai davanti’.
E’ un po’ come dire: ‘mente stai zitta’; ‘STOP al rimuginio dei pensieri e ai sequestri emotivi’; ‘divertiti senza accontentarti’. Ma divertiti.
Possiamo ben comprendere come tutto ciò rappresenti un allenamento utilissimo non solo per l’apnea, ma per la vita di tutti i giorni.
Nell’imbarazzo di certi momenti, in allenamento e in gara, e non solo in quei momenti, con le domande appropriate, si possono rendere ecologici gli sforzi di miglioramento e di crescita psicologica: ‘in che modo mi è utile l’ansia di questo momento?’; ‘qual è l’aspetto piacevole di questa situazione o di questo disagio?’; ‘cosa posso imparare da quest’insuccesso?’; ‘come posso equilibrare aspettative e malessere, quando le reciproche forze sono contrapposte e alla massima potenza?’
In poche parole, la bellezza della preparazione mentale in apnea attira le sirene: richiama in ogni tuffo obiettivi e sacrifici, ma soprattutto piacere e conoscenza.
L’apnea, per la crescita personale, dal mio punto di vista è ‘wow’.