
La moneta sonante di ogni pratica sportiva è speciale e si chiama ‘valore’. Non è di carta e non è d’oro. E’ composta di atteggiamenti, pensieri, emozioni e sensazioni. Non è uguale per tutti e non tutti gli atleti la riescono a spendere, alias trasformare, nel modo giusto in conoscenza di sé, apertura al cambiamento, auto-miglioramento o auto-trascendenza.
Mi riferisco a quel capitale umano che nasce dalla percezione e rappresentazione cognitiva di azioni che soddisfano bisogni fisiologici, psicologici e sociali, e che si traduce in ‘palestra di vita’.
Ogni atleta ha una sua speciale stamperia per riprodurre la moneta che soddisfa al meglio le proprie esigenze e bisogni.
La moneta non manca: è la passione, il potere personale, il successo, il piacere e la gratificazione dei sensi, la ricerca di nuovi stimoli, l’indipendenza di azione e di pensiero, l’autocontrollo, la sicurezza, il rispetto dell’altro, etc.
Ognuno di questi valori è vivo ed è l’archetipo di un progetto potenziale. Bisogna solo sapere come percorrere, con cognizione, la scala della sopravvivenza o del risultato, e avviarci ai piani alti dell’educazione e della consapevolezza.
A tutti i protagonisti dello sport occorre un paradigma, e cioè una buona teoria, di quali siano per loro i valori che contano e il loro senso, e dei metodi che consentano di trasformare gli stimoli naturali e la direttività, in comprensione, interazione e attuazione più accurata, i propri impegni.
Sono le buone teorie che consentono di valorizzare le situazioni, modificare i comportamenti, trascendere i conflitti e i doppi legami, e aggiornare le strategie di azione più efficaci.
Ora, per spendere il nostro ‘contante’ nello sport, dobbiamo investire in prospettiva, individuare e selezionare i valori più importanti, comprendere perché sono importanti, individuare cosa amiamo del nostro sport, percepire che cosa ci piacerebbe raggiungere e intuire come i nostri valori ci possono aiutare a raggiungere i nostri obiettivi.
Via! Si chiudono gli occhi, o meglio si aprono, si prende l’ascensore della coscienza e in quello spazio speciale si progetta come spendere al meglio la propria moneta sonante.
Mi riferisco a quel capitale umano che nasce dalla percezione e rappresentazione cognitiva di azioni che soddisfano bisogni fisiologici, psicologici e sociali, e che si traduce in ‘palestra di vita’.
Ogni atleta ha una sua speciale stamperia per riprodurre la moneta che soddisfa al meglio le proprie esigenze e bisogni.
La moneta non manca: è la passione, il potere personale, il successo, il piacere e la gratificazione dei sensi, la ricerca di nuovi stimoli, l’indipendenza di azione e di pensiero, l’autocontrollo, la sicurezza, il rispetto dell’altro, etc.
Ognuno di questi valori è vivo ed è l’archetipo di un progetto potenziale. Bisogna solo sapere come percorrere, con cognizione, la scala della sopravvivenza o del risultato, e avviarci ai piani alti dell’educazione e della consapevolezza.
A tutti i protagonisti dello sport occorre un paradigma, e cioè una buona teoria, di quali siano per loro i valori che contano e il loro senso, e dei metodi che consentano di trasformare gli stimoli naturali e la direttività, in comprensione, interazione e attuazione più accurata, i propri impegni.
Sono le buone teorie che consentono di valorizzare le situazioni, modificare i comportamenti, trascendere i conflitti e i doppi legami, e aggiornare le strategie di azione più efficaci.
Ora, per spendere il nostro ‘contante’ nello sport, dobbiamo investire in prospettiva, individuare e selezionare i valori più importanti, comprendere perché sono importanti, individuare cosa amiamo del nostro sport, percepire che cosa ci piacerebbe raggiungere e intuire come i nostri valori ci possono aiutare a raggiungere i nostri obiettivi.
Via! Si chiudono gli occhi, o meglio si aprono, si prende l’ascensore della coscienza e in quello spazio speciale si progetta come spendere al meglio la propria moneta sonante.