
Quando mi sveglio, lavoro, mi muovo fra la gente, parlo con le persone e rincorro l'incalzare della vita. Nessuno, proprio nessuno, sospetta che dentro di me vivano alte scogliere disadorne e scavate, sferzate dal mare e dai venti, profumate di sale e di onde.
Potenza dell'acqua, potenza del sentimento!
L'apnea fa anche questo.
Incontrare il mare è sempre la meraviglia più forte; quando mi immergo sento di fondermi con la vita nel suo valore più alto, nel silenzio segreto della natura.
Potessi, strapperei un pezzo di quel paradiso e lo appunterei sul petto per portarlo con me e guardarlo ogni volta che ne sento la mancanza!
L'apnea mi ha insegnato che non esiste possesso, nulla possiamo pretendere forzando gli eventi, siamo piccole creature sedute al banco di scuola degli elementi: stiamo in ascolto ad imparare.
L'apneista si sintonizza con il respiro, il battito del suo cuore, il dialogo interiore, l'immaginazione.
Coordina il corpo, ne percepisce la tridimensionalità, asseconda il movimento sinuoso e poi.... poi si deve fidare, lasciandosi andare alla memoria antica. Quella condizione speciale che per un po' lo trasforma da solido terrestre a liquida creatura dell'acqua.
Inghiottito dall'abisso, sotto e dentro di lui cerca il bagliore, quel lume confortante nella sua anima che lo accompagna nella discesa, siano esse manciate o decine di metri.
Ma il mare risponde e accoglie con i suoi turchesi screziati, con il blu livido dei costoni: diventa denso, quasi piombo fuso.
Se guardo oltre, se li sotto mi fermo un istante a prendere il mio tempo e rivolgo gli occhi all'infinito (oltre le rocce, oltre i colori smorzati e le creature) posso immaginare per pochi istanti di essere sola in una stanza, la stanza del blu, quella segreta che custodisco come uno scrigno privato, e abbandonarmi a un abbraccio profondo e sicuro.
La stanza del blu, posso portarla cucita sul petto per poterla guardare ogni volta che ne sento la mancanza, quando mi sveglio, lavoro, mi muovo fra la gente e rincorro l'incalzare della vita.
Posso lasciarmi cadere dentro a quell'abbraccio profondo e incontestabile per tutto il tempo che ne ho voglia.
"Il tuffo"
Come se il cielo cadesse sopra di me
avvolgendomi in un altro spazio;
lontano dal mondo
sotto il silenzio dell'acqua,
sprofondo nell'abisso taciturno
dove nulla mi disturba;
si muove solo il caldo pulsare al centro del mio corpo,
il suono sordo del mio cuore
che incuriosisce le creature.
Potenza dell'acqua, potenza del sentimento!
L'apnea fa anche questo.
Incontrare il mare è sempre la meraviglia più forte; quando mi immergo sento di fondermi con la vita nel suo valore più alto, nel silenzio segreto della natura.
Potessi, strapperei un pezzo di quel paradiso e lo appunterei sul petto per portarlo con me e guardarlo ogni volta che ne sento la mancanza!
L'apnea mi ha insegnato che non esiste possesso, nulla possiamo pretendere forzando gli eventi, siamo piccole creature sedute al banco di scuola degli elementi: stiamo in ascolto ad imparare.
L'apneista si sintonizza con il respiro, il battito del suo cuore, il dialogo interiore, l'immaginazione.
Coordina il corpo, ne percepisce la tridimensionalità, asseconda il movimento sinuoso e poi.... poi si deve fidare, lasciandosi andare alla memoria antica. Quella condizione speciale che per un po' lo trasforma da solido terrestre a liquida creatura dell'acqua.
Inghiottito dall'abisso, sotto e dentro di lui cerca il bagliore, quel lume confortante nella sua anima che lo accompagna nella discesa, siano esse manciate o decine di metri.
Ma il mare risponde e accoglie con i suoi turchesi screziati, con il blu livido dei costoni: diventa denso, quasi piombo fuso.
Se guardo oltre, se li sotto mi fermo un istante a prendere il mio tempo e rivolgo gli occhi all'infinito (oltre le rocce, oltre i colori smorzati e le creature) posso immaginare per pochi istanti di essere sola in una stanza, la stanza del blu, quella segreta che custodisco come uno scrigno privato, e abbandonarmi a un abbraccio profondo e sicuro.
La stanza del blu, posso portarla cucita sul petto per poterla guardare ogni volta che ne sento la mancanza, quando mi sveglio, lavoro, mi muovo fra la gente e rincorro l'incalzare della vita.
Posso lasciarmi cadere dentro a quell'abbraccio profondo e incontestabile per tutto il tempo che ne ho voglia.
"Il tuffo"
Come se il cielo cadesse sopra di me
avvolgendomi in un altro spazio;
lontano dal mondo
sotto il silenzio dell'acqua,
sprofondo nell'abisso taciturno
dove nulla mi disturba;
si muove solo il caldo pulsare al centro del mio corpo,
il suono sordo del mio cuore
che incuriosisce le creature.