APPARTENENZA E TERZIETA' L’apnea non è qualcosa che tutti possono fare ad altissimi livelli, ma per la maggior parte delle persone è semplice praticarla. Essenzialmente si tratta di questo: si mette la testa sott’acqua e si osserva lo scorrere del traffico di pensieri, emozioni e sensazioni. Il processo dell’osservare crea una magnifica distanza tra colui che osserva e la cosa osservata. Nel momento in cui si osservano i pensieri si scopre un processo meta cognitivo. Cioè, non siamo quei pensieri, quelle emozioni e sensazioni, ma siamo coloro che ragionano, riflettono, scoprono un mondo complesso. Siamo terzi rispetto a questi processi interiori che pure ci appartengono e che anzi ci individuano. All’inizio risulta più facile osservare il proprio corpo, con le sue espressioni, movimenti e gesti: è più concreto dei pensieri, delle emozioni e delle sensazioni. Poi, con l’esercizio di una attenzione più fine e consapevole, diventa sempre più facile osservare i pensieri, e infine le emozioni e le sensazioni. L’avvicinamento all’Apnea Consapevole è unico e rigoroso nel suo approccio scientifico. Si inizia con esercitazioni attive, con rilassamenti guidati e musiche che scandiscono le diverse fasi, per assaporare fin da subito la semplicità dell’osservare e dell’essere consapevoli di farlo. Prima di poter apprezzare l’apnea in tutta la sua naturalezza ci si spoglia delle proprie tensioni, preoccupazioni e rimuginazioni e ci si immerge in una atmosfera di preparazione e di quieto ascolto. L’apnea richiede tre stati mentali che agiscono in parallelo: l’osservazione, il controllo degli stati interni e la percezione dello sfondo, una finestra aperta verso la totalità e un più profondo coinvolgimento. Certo, osservare, monitorare e coinvolgersi sembrano in contraddizione tra loro. Tre processi mentali differenti. In realtà sono tre soglie esistenziali che si aprono sulla nostra realtà. Lo stato che le unisce è averne la ‘piena consapevolezza’: la nostra disposizione, quali osservatori di processi naturali e attivi, favorirà la nostra esperienza di presenza, di abbandono, di danza generativa. Nei primi passi della nostra apnea consapevole ci si allenerà a riconoscere e scaricare le tensioni per recuperare, nel silenzio e nella meditazione, il senso del piacere, del gioco, della salute. Fin dall'inizio è possibile sentire la differenza tra uno stato di tensione e uno stato di flusso, tra uno stato di repressione e uno stato di espressione vitale. Con la gradita conseguenza che nel lasciarsi andare si scopre la forza della propria energia latente e, con essa, uno stato d’essere attivo e naturale. Nell'apnea si scopre che gli altri e la collettività, cioè il mondo che normalmente ci forma e ci condiziona, trova nell'acqua la metafora migliore per rendere fluidi e modificabili molti aspetti del nostro carattere, atteggiamenti e personalità. La terapia dell’apnea, permette di immergersi in questo agente primordiale, che è l’acqua, per esporsi ad una realtà amplificata che talvolta dialoga con il nostro mondo interno e talaltra si anima di rappresentazioni del nostro mondo quotidiano, con la gradita sorpresa di diluire le nostre inibizioni e di recuperare il senso del come vivere e di cosa fare della nostra vita. L’apnea che proponiamo sostiene con forza dirompente questo processo e fornisce l’ambiente adatto ad esplorare la complessità delle nostre mappe e ritratti interiori. Nel caso in cui qualcuno fosse timido per natura, con gli occhi chiusi o la testa immersa in acqua, anche in presenza di persone che potrebbero far emergere la propria vulnerabilità, potrebbe sorprendersi di come sia facile non curarsi più di cosa i vicini pensano o dicono. Uno degli aspetti cruciali di questo sperimentare se stessi, è il fatto che si diventa consapevoli di ciò che accade dentro di sè. Permettendo a qualsiasi cosa, che prema con forza, di manifestarsi in un contesto accogliente e pacato, si permette ai propri stati interni di affiorare alla coscienza e di diventare sempre meno timorosi di riconoscere ciò che accade veramente nel nostro intimo. La percezione di ciò che si è e di ciò che si sperimenta, è il presupposto vitale di questa scienza psicologica. L’unica che permetta di operare su specifiche idee, sensazioni o emozioni che si provano per se stessi o per gli altri, e che consente la fioritura di ciò che vive, con la leggerezza di lasciare, al palo dei nostri momenti più bui, gli automatismi più ingannevoli. Perché ciò accada, è sufficiente rivolgere l’attenzione alle nostre manifestazioni interiori ed esercitare un allenamento pratico di osservazione, di presenza consapevole, di giudizio neutrale e di critica costruttiva. Vi aspetto al prossimo stage di Montegrotto Terme (PD) per condividere un’esperienza unica in un contesto veramente accogliente: 12/13 Aprile 2014 Programma (Clicca)
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massimo
5/11/2014 11:44:40 am
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