Dopo le esperienze di Lucca (Carrara) e di Montegrotto Terme (PD), una riflessione sugli stati di consapevolezza che si generano grazie all’apnea statica. Apnea statica e stati consapevoli Già nella preparazione del respiro lento, profondo, armonico e cosciente inizia, per l’esperienza dell’apneista, un viaggio speciale alla scoperta di come opera la propria mente. La comprensione inizia quando si impara ad osservare due sistemi, due stati interni, due dimensioni dell’esperienza che il cervello ci fa vivere di volta in volta come sogni o come elaborate informazioni. L’emisfero destro del cervello che funziona come un processore in parallelo e l’emisfero sinistro che funziona come un processore seriale. Entrambi trattano le informazioni che provengono dal corpo e dal mondo, ma in modo completamente diverso e agiscono come personalità che dialogano con la realtà in modo differente. Ciò che gli apneisti, meditatori dell’acqua, sperimentano di continuo sono le proprietà di entrambi. L’emisfero destro si occupa esclusivamente di quello che accade nel momento presente e ‘lavora’ con le immagini ed i movimenti del corpo. Le sue informazioni vengono sperimentate sotto forma di sensazioni, di energia in movimento e fluiscono istantaneamente nel nostro sistema nervoso centrale dove esplodono in un enorme insieme di tutto ciò che c’è nel presente: immagini, sapori, odori, sensazioni e suoni. La personalità che emerge da questo fronte destro è quella di essere in connessione con processi interiori ed esteriori in un modo fluido, energetico e combinato ad uno stato di coscienza che considera il centro dell’uomo come una unione di persone, di cose e di natura. L’esperienza del mondo che ci offre l’emisfero destro è quella di realizzare dei sogni e dei modi di guardare la realtà attraverso la visione, la fantasia e le potenzialità. Se ci guardiamo da questo punto di vista, siamo tutti completi e bellissimi per ciò che siamo. Nulla da cambiare, nulla da fare. L’emisfero sinistro invece esprime una visione della realtà stringente e una personalità mirata. Attraverso l’emisfero sinistro pensiamo in modo lineare e metodico, ragioniamo su un passato e un futuro, raccogliamo informazioni nel presente di cui selezioniamo dettagli infinitesimali, organizziamo e archiviamo le informazioni. Associamo le informazioni con tutto ciò che abbiamo imparato nel passato e le proiettiamo nel futuro con tutte le sue varie possibilità. L’emisfero sinistro pensa attraverso il linguaggio in una continua comunicazione tra mondo interno e mondo esterno. Si apprendono le strategie e vengono applicate. Quando si fa apnea il cervello sinistro ci ricorda ogni dettaglio, le procedure e le tecniche da utilizzare, con un’intelligenza calcolatrice che talvolta percepiamo faticosa e macchinosa. E’ il nostro IO che per necessità di funzionamento ci trattiene in uno spazio e tempo misurato, cronometrico, regolato. In questa prospettiva ci si sente sovente distanti dalla nostra esperienza fenomenica, spesso in conflitto con le persone e distaccati dall’ambiente, finché la nostra coscienza non interviene a modificare il modo di osservare e testimoniare ciò di cui facciamo esperienza. Nell’esperienza che descrivono i praticanti di questa affascinante disciplina, concentrati solo sul sistema interno che ascolta il dialogo corporeo, con muscoli rilassati e una voce intima che accarezza i tessuti e dilata i confini della percezione, tutto diventa lento e fluido e … possibile. Gli atomi e le molecole del corpo si mescolano con gli atomi e le molecole dell’acqua dove si può cogliere l’energia delle cose e il silenzio della mente. All’interno del cervello, la mente si fa silente. Nel silenzio della mente, si comincia a scorgere la magnificenza e la bellezza di ciò che si sta sperimentando: leggerezza, apertura, espansione, piacere. Non dura molto, qualche minuto, ma è abbastanza. Anche se l’energia si affievolisce, il palloncino respiratorio si sgonfia delle sue qualità e il cervello sinistro riaccende i suoi motori, si sperimenta una piena padronanza della coreografia del proprio tempo di apnea, fino al naturale bisogno di riprendere il controllo, in un gioco di meravigliosa oscillazione. Quando tutto accade nel migliore dei modi, la mente è sospesa tra due piani opposti della realtà: controllo e non controllo, tensione e rilassamento, come una grande balena che scivola nel mare, come una enorme meraviglia di se stessi dentro il proprio minuscolo corpo: vivo, ma in uno stato di abbandono e di flusso. Questa è l’esperienza psicologica dell’apnea statica, che diventa healing (guarigione) nel momento in cui l’attenzione diventa consapevolezza di un mondo che ci regala momenti indistinti di concretezza e di estasi. Grazie a queste esperienze si accarezza la prospettiva meravigliosa di scoprire se stessi e gli altri nella loro bellezza e forza, nella loro pienezza e volontà, capaci di scegliere quale emisfero usare nella propria vita. Questo è il dono dell’esperienza dell’apnea per molti praticanti: una scossa interiore sul modo in cui si vive e si conduce la propria vita Chi siamo noi dopo l’apnea? Una sintesi di forze vitali, con capacità manuali e due menti cognitive … e la determinazione di chi vogliamo essere nella vita. Qui e ora possiamo spostarci nella coscienza del nostro emisfero destro e percepire con forza il dialogo tra due menti che hanno il desiderio e il bisogno di comunicare le loro prospettive. Il sinistro che separa per capire e il destro che unisce per essere.
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