Dopo le esperienze ed i records di Umberto Pelizzari, Apnea Academy, ha fatto scuola in tutto il mondo integrando alla formazione specifica della disciplina subacquea le competenze del training psicocorporeo (rilassamento, respirazione, yoga, bioenergetica, acqua healing); del training mentale (training autogeno, rilassamento immaginativo, visualizzazione, mindfullness, etc); del training cognitivo (concentrazione, dialogo interno, controllo del pensiero, etc.) e della comunicazione consapevole quale sfondo di ogni esperienza tecnica e psicologica. L’intuizione di partenza è stata quella di sfruttare una disciplina ‘lenta’, vivamente introspettiva, che consentisse di rendere integrabili e utili, alla pratica dell’apnea subacquea, modelli e tecniche cognitive, comportamentali, della Gestalt, costruttiviste, dell’attaccamento e psicodinamiche. Il focus è il concetto di ‘schema psicofiologico’, ossia un tema o pattern, formato da ricordi, emozioni, cognizioni, movimenti e sensazioni circa se stessi, sviluppati nell’infanzia o nell’adolescenza che possono risultare disfunzionali, per la pratica dell’apnea, a un livello significativo. In altre parole, un atleta in acqua verifica con facilità quei comportamenti disfunzionali non gli consentono di agire con efficacia e cerca attivamente, con opportune strategie di intervento quali sono i comportamenti coping o di adattamento, i modi per migliorarsi. Nell’apnea i risultati sono immediati: il rilassamento migliora l’acquaticità; la pratica della respirazione appropriata prolunga l’apnea; l’autoconsapevolezza consente una attenzione agli stati interni, ai movimenti e alla compensazione; il controllo del pensiero permette di gestire il disagio emotivo e il dolore fisico; la visualizzazione focalizza gli scopi e gli obiettivi, e così via. L’apnea è una via speciale per migliorare schemi comportamentali di base, modi e atteggiamenti personali, che hanno un forte impatto nella vita dell’atleta. Un atleta subacqueo, mentre cerca di migliorarsi nella propria disciplina, soddisfa dei bisogni ‘universali’ che consistono nel sentirsi sicuro (l’acqua che ‘abbraccia’, contiene, stabilizza e dà sicurezza), autonomo e competente (capace di essere soddisfatto a partire dalla semplice acquaticità fino alla realizzazione dei record più estremi), libertà di esprimere emozioni e bisogni (capace di generare emozioni tollerabili e soddisfare bisogni minimi, con piacere), libertà di esplorare e giocare (capace di godere di piccoli e piccolissimi progressi e di divertirsi con il proprio corpo nell’acqua) e infine di contattare sulla propria pelle limiti realistici e regole di azione. La sistematica soddisfazione di uno o più di tali bisogni porta l’atleta alla revisione e al rafforzamento di schemi psicofiologici più adattivi e più sani. Anche solo stare in acqua, respirare con una attenzione più specifica, rilassarsi riconoscendo una micro tensione, riuscire realizzare una nuova tecnica di compensazione, e molte altre, rappresentano un vero e proprio laboratorio di crescita personale. Ma quali sono gli schemi che l’atleta incontra e si impegna (anche se spesso inconsapevolmente) a rendere efficienti e stabili nella propria pratica e nella propria vita? Riguardano l’affetto e l’amore (nel provare il senso di abbandono, di fiducia, di controllo emotivo, di padronanza, di appartenenza); l’autonomia e l’esplorazione (nel provare indipendenza, sensibilità, seduzione, successo); il superamento di limiti funzionali (nel provare valori massimi, autocontrollo e autodisciplina); imparare dagli altri (nel sacrificarsi e nel prendersi cura); nella vigilanza e nel divieto (nell'avere un atteggiamento positivo, un controllo emotivo, una salutare autocritica, una capacità di auto lenimento e l'opportunità di premiarsi). Per questi validi motivi l’apnea subacquea, più di altre discipline, consente di sperimentare stili personali di ‘coping adattivo’ con cui una persona cerca di fronteggiare un ambiente stimolante come l’apnea, nel tentativo, riuscito, di entrare in contatto con emozioni intense che derivano dal felice controllo degli schemi psicofisiologici.
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