Per chi crede, il peccato originale è la perdita del paradiso terrestre per orgoglio, libertà e conoscenza. E’ il tradimento verso Dio. Per un atleta il peccato originale è quello di perdere la naturalezza del proprio corpo, il controllo delle proprie emozioni e soprattutto la fiducia in se stesso. E’ il tradimento del proprio IO corporeo. Quando l’atleta comincia a dubitare delle sue azioni, quando gli avvenimenti innescano una catena di controversie, i dubbi arrivano nel profondo ad incrinare le credenze stesse di poter mai trovare il proprio posto in campo e nell’esistenza. E’ il tradimento dell’essere se stessi. Una forma di estraniazione tanto grave quanto più si prolunga nel tempo. Il prezzo più importante di questa forma di estraniazione riguarda la perdita di fiducia nella realtà e in se stessi. Si tratta di due aspetti dello stesso fenomeno psicologico. La differenza fra i due stati è relativa al focus dell’attenzione: la ‘riservatezza’, l’isolamento, implica un appannamento del senso di sé; la ‘rappresentazione’, la derealizzazione, un appannamento del senso della realtà. Nei momenti di difficoltà, l’atleta continua a percepire la realtà in modo cognitivamente corretto: la vede secondo le forme, le apparenze, colte da tutti; ma allo stesso tempo, sul piano emotivo, “sente” la realtà strana, estranea, rimpicciolita o allargata in modo anomalo, ecc. Perché? Certi pensieri, agiscono direttamente sulle emozioni, ne alterano l’intensità; quindi non fanno altro che sottrarre il sottofondo emotivo della mente alle funzioni percettive. Il senso della realtà viene modificato semplicemente interferendo sulle emozioni. Dunque: il senso di realtà dipende dalle emozioni. Sono le emozioni la chiave di volta per ritrovare la spontaneità: esse creano piani di relazione. Alcune cose vengono sentite “vicine” ed altre “lontane”. Ed esse appaiono nella distanza cui le pone l’emozione. Altre cose sembrano “vive” e altre “spente” a seconda della tonalità delle suggestioni e delle credenze. Il cambiamento delle credenze, nei momenti di crisi e di rinnovamento, rappresentano una rinnovata fiducia nel proprio sentire profondo. Da lì bisogna risalire.
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