Prima di ogni gara si affaccia inesorabile la paura di sbagliare. Questa emozione viaggia sulla cresta inclinata di uno scottante equilibrio emotivo e di una dura preparazione. La paura di sbagliare, ha il suo ‘prima’ con la percezione di un controller che sonda e allinea sensazioni, emozioni e pensieri, in una sorta di centratura e radicamento psicocorporeo. Ha il suo ‘durante’ con l’applicazione di un metodo provato e riprovato nei duri allenamenti. Ha il suo ‘dopo’ nel perdurare di un equilibrio che si mantiene momento per momento. Le difficoltà che l’atleta incontra nella gestione di questa paura, riguardano i processi dell’arousal, dell’attenzione, della memoria e della decisione, complicati dalle interpretazioni degli eventi della gara, dalle aspettative e dai pregiudizi. L’atleta, in uno spazio limitato di tempo, è costretto a guidare se stesso con i dubbi di un neo patentato. Poco male se riesce ad archiviare velocemente qualche piccola indecisione o errore. Molto male se mantiene una vigilanza eccessiva agli stati psicologici tanto da far perdere efficienza al suo sapere provato. Molto bene se anche in presenza di dubbi si appoggia ai propri fondamentali, al proprio metodo, al proprio ritmo di base. Un braccio alzato che scende lentamente, riporta al centro il respiro e l’equilibrio vegetativo. Le parole di incoraggiamento e le frasi meditate, restituiscono la chiarezza mentale. Lo sguardo vivo sprona le motivazioni. Il sorriso interiore riconduce le emozioni ad essere la guida intelligente di ogni azione. Quindi, caro atleta, ricordati che sbagliare è parte del percorso, che se anche sbagli non sei un fallimento, che non esistono fallimenti, ma solo risultati, che sbagliando si impara e che avere paura fa 'solo' uscire dalla zona di confort. Ogni sogno e ogni buon risultato nasce proprio dal tuo tentativo 'riuscito' di essere te stesso al meglio. Auguri!
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