Sport: 'la capacità di guardare oltre' di Lorenzo Manfredini

Ogni atleta e ogni persona ha la possibilità di attingere alle proprie capacità. Se ne deve solo ricordare.

Queste sono: capacità di scelta. Capacità di autodistanziamento. Capacità di autotrascendenza. Capacità di sorridere (anche dei propri timori, dei propri problemi, dei propri errori). La capacità di vedere il mondo con mappe diverse.

Se un atleta vuole recuperare la percezione della significatività del proprio agire e del proprio sentirsi a ’casa’ nei gesti e nelle prestazioni, ha bisogno di tanto in tanto di riorientarsi verso la realizzazione del compito che si è dato e della scala dei valori che lo sostengono.

E’ un compito tutto psicologico quello di comprendere la significatività dei momenti difficili, eliminando gli errori logici dati dalla valutazione delle circostanze o dal peso eccessivo dato alle frustrazioni, adottando, dove possibile, nuove categorie di giudizio e superiori punti di vista.

Se ci si riesce, si riducono la frustrazione esistenziale e le convinzioni limitanti, si recupera il senso del gioco originario, del piacere e della fiducia, che ricentra, che riorienta al compito, verso lo scopo e il significato di fare le cose per sé, di farle subito, di farle bene, di farle per essere migliori.

Se questi obiettivi diventano raggiungibili, allora diventa più facile identificare cosa è problema e cosa è pensiero nevrotico soggiacente a emozioni negative. Diventa più facile e corretta l’individuazione dei problemi limitanti e la loro organizzazione. Diventa più chiara la formulazione di obiettivi e passi concreti da mettere in atto per migliorarsi.

E’ un percorso di confutazione di idee, di significati, compiti e mete, che  consente di capire i meccanismi del proprio agire e di porvi rimedio senza lasciarsi abbattere, nonostante tutto. Per strappare da ogni cosa nuovi valori: valori di creazione e di esperienza.

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