Sport: 'il desiderio di migliorarsi'

Il desiderio di migliorarsi è una conquista psicologica importante per ogni atleta. Dopo il desiderio di affermazione, dopo i risultati, dopo la coerente gestione di se stessi, si affaccia la fondamentale esigenza di apprezzare i propri miglioramenti, di trovare piacere in un movimento nuovo, di godere di nuove consapevolezze e connessioni.

E’ talmente bello cavalcare le onde della propria energia vitale, che all'apice di quella salita sembra che le nostre cellule, organi e apparati, disegnino nuove forme, un nuovo modo di essere in armonia con se stessi e con il mondo. Sembra il respiro apicale di una configurazione perfetta che irradia i suoi riflessi in tutto l’organismo. E anche se dura un attimo, quell'attimo è presenza piena a se stessi. E’ l’espressione di se stessi non solo in senso sportivo, ma più in generale in senso artistico e creativo: umano

La caduta dall'onda, e cioè dalla forma più elevata raggiunta in un dato momento, rende potenziali nuove forme e nuove risalite. Per questo, è affascinante pensare l’apice di una forma, di un gesto atletico, di un nuovo apprendimento e la sua successiva fase d’ombra con l’apprezzamento, la scoperta, l’assimilazione che merita.

L’andare e il venire esistenziale del movimento e del riposo, dell’emozione e del pensiero, dell’energia e della fantasia, può creare una presenza olografica in continua progressione che abbraccia l’essere e scopre il divenire.

Per un atleta, abbracciare l'essere significa intuire ciò che dà senso al proprio miglioramento e che dà voce alle proprie potenzialità offrendo loro un nome. Scoprire il divenire invece vuol dire apprezzare il continuo rinnovamento che nasce dall'entrare in nuovi rami della propria esistenza, curiosi di veleggiare in nuove sintesi, mai paghi di allargare lo sguardo e di fermarlo di tanto in tanto nell'attimo presente per perfezionarsi e germogliare.

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