Se un atleta dovesse fare sul serio, in certi periodi di intenso lavoro dovrebbe tenere nel salotto di casa o appeso al muro l’oggetto della sua attività: un ostacolo, una scarpa, una pinna, un pallone, un modellino, e così via. E mentre è intento a fare qualsiasi altra cosa, dovrebbe fermarsi di tanto in tanto, guardare l’oggetto e immaginare l’azione che lo riguarda. Non solo dovrebbe vedere i gesti corretti ma anche l’evento nel suo complesso compreso il risultato finale. Cioè, immaginare come vuole che vada a finire la sua impresa. La faccenda suona un po’ ossessiva, mi rendo conto, ma qualcuno lo fa e raggiunge due interessanti obiettivi: si motiva, vedendo se stesso in azione attraverso la rappresentazione delle proprie immagini e fa svolgere al proprio subconscio un lavoro mirato. La capacità di dirigere la propria immaginazione e produrre immagini mentali, influenza il nostro intelletto, i nostri sentimenti, i nostri corpi, tutto il nostro essere. Quando visualizziamo qualcosa, il legame tra immagini e sentimenti è potente. Le emozioni reagiscono alle immagini perché sono una mappa della realtà psichica. E anche se le immagini sono simulate o non ancora realizzate, per la mente sono un dato di realtà. Sono vere! Sta a noi scegliere, nel flusso ininterrotto delle rappresentazioni, delle gioie e delle delusioni, dei ricordi e delle aspettative, ciò in cui desideriamo credere e concepirle nella vita. E’ un parto di realtà. La visualizzazione e le immagini che ne derivano, sono il cuore della nostra esperienza personale e ci aiutano a creare il nostro mondo interiore: esercitano un potere enorme sul nostro benessere e/o malessere. Il nostro obiettivo di formatori nell’ambito di un addestramento mentale è quello di realizzare una congruente flessibilità emotiva, attraverso il corretto uso delle immagini. Un breve esercizio può aiutarci a capire meglio la realizzazione di questa ‘flessibilità emotiva’. Proviamo a rilassarci e ad immaginare una sedia. Prima vediamola in un contesto strano. Un posto dove accadono cose esilaranti. Lasciamo libera la fantasia e probabilmente vedremo la sedia volare, rompersi, ricomporsi e lasciarci una sensazione di creatività, di sollievo, di allegria. Proviamo poi a vedere la stessa seggiola in una situazione tragica e avremo tutt’altre sensazioni. Ci sentiremo depressi, immersi nella sconvolgente atmosfera di dolore. Alterniamo i due scenari e scopriremo che abbiamo il potere, almeno lì, nella fantasia, di scegliere come vogliamo sentirci. L’immaginazione è lo strumento che dialoga con le forme della consapevolezza: è arte allo stato nascente.
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