L’atleta che fin da piccolo si è sciroppato lo ‘zen e il tiro con l’arco’ e che da adulto combatte con aspettative, timori e raccomandazioni tra le quali ‘stai li con la testa’ o ‘cambia atteggiamento’, è indotto a occuparsi coscientemente della relazione mente/corpo. La ricerca della perfezione dei gesti sportivi porta con sè un obiettivo collaterale ambizioso: avere una mente felice. Si riesce a raggiungere questo stato, quando si fa ponte tra mente, movimento e sensi. Da una parte adoperandosi per pervenire alla massima potenza dei movimenti riflessi e del controllo motorio, dall’altra integrando la percezione dei sensi con gli aspetti psicologici e neurofisiologici che lo determinano. Per questo, fin da giovane, un atleta dovrà acquisire molte abilità e competenze. Dovrà imparare a compiere, con più velocità ed efficacia, azioni produttive. Dovrà controllare o inibire i movimenti improduttivi. Dovrà apprenderà dagli errori, imparare ad esercitarsi al meglio e acquisire nuovi e più creativi modi di agire. Tutto questo lo dovrà compiere non solo per il ranking, i record o i risultati, ma per sè stesso e la propria forza mentale: concentrazione, autocontrollo, metodo, precisione. La ricerca scientifica si è interessata di tutto questo. Dall'integrazione di movimento, sensi e mente, ne è derivato un passaggio psicologico basilare: da semplice funzione comportamentale, ergonomica ed esecutiva, il movimento è diventato un processo psicocorporeo unitario che partendo dalla percezione arriva all’azione finale vera e propria. Per l'atleta che cerca l’eccellenza, il recupero dell’informazione psichica è stato il quid necessario per mettere nella corretta prospettiva i suoi meccanismi cognitivi, se stesso e la propria consapevolezza. L'effetto positivo di questo, cioè la rivalutazione dell’intervento psichico nel processo dell’azione sportiva, ha generato interi progetti di intervento. Gli sviluppi chiave hanno riguardato: - la ricerca scientifica, - la centralità dell’uomo, - la responsabilità dell’atleta, - l’attenzione alle strategie utilizzate in modo efficace e maturo, - i trainings specifici in funzione della disciplina svolta. Partendo dall’analisi puntuale delle caratteristiche personali e dalle condizioni soggettive connesse a una determinata performance in uno specifico arco temporale, e dalle migliori conoscenze dei vari elementi che caratterizzano l’attività motoria, si è fatto strada un nuovo modello di atleta. In altre parole, un atleta cosciente dei propri processi interiori che non può rinunciare a fare il pieno di esperienza, abilità, processi cognitivi e vissuto umano.
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