In ogni attività agonistica, la mentalizzazione, cioè l’attività mentale e immaginativa, rappresenta una risorsa primaria. Attraverso la mentalizzazione, tutti i processi funzionali della psiche insieme all’esperienza del corpo in azione, diventano oggetto di attenzione e interiorizzazione. Dai contesti ambientali agli indizi sensoriali, dal comportamento pianificato alla realizzazione di un compito, dalla consapevolezza dei meccanismi senso motori al flusso delle correnti emotive, tutto diventa oggetto della consapevolezza dell’atleta. Infatti, un atleta attento parlerà di informazioni mirate, di distinguere ciò che è utile tenere e lasciare, di allenare il focus dell’attenzione e di resettare le informazioni non utili. Nei suoi movimenti si concentrerà sull’azione motoria ‘fine’, sui continui feedback sensoriali e sulla variabilità della propria gestualità. Per allenare tutto questo, lo sportivo dovrà far proprie alcune strategie di training mentale con l'intenzione di riconoscere e riprodurre gli stimoli rilevanti attraverso la visualizzazione, la memorizzazione e il dialogo interno. In particolare dovrà: - assimilare e sviluppare delle abilità specifiche inerenti al proprio ruolo professionale, - chiarire le proprie esigenze attraverso analisi dettagliate della propria disciplina, - migliorare il training attenzionale, - dotarsi di appropriate strategie di allenamento mentale. Sul piano della resa attenzionale, dovrà riconoscere ciò che è ‘rumore’ (immagini, suoni, sensazioni, movimenti, stati emozionali), e ciò che determina le sue incertezze decisionali. Questo vale sia per le decisioni percettive, sia per gli errori di giudizio e le relative omissioni e falsi allarmi. Se chiediamo ad un atleta come mai ha fatto quel tiro o quel passaggio sbagliato ci potrà parlare delle variabili visive che hanno condizionato le sue decisioni: la velocità degli oggetti, il contrasto dei colori, la luminosità, la dimensione retinica degli oggetti. Sono tutti aspetti che vanno riconosciuti e allenati. Tutto ciò riguarda la consapevolezza delle informazioni che provengono dal corpo, dallo spazio nel quale si muove e dal tempo di esecuzione dei movimenti che attua (con i suoi attributi di segnale, rumore e codifica). Esercizi per migliorare l'attenzione nello spazio Alcuni esercizi di attenzione finalizzati alla gestione di una prestazione riguardano la capacità di focalizzarsi sulle regioni spaziali del corpo. Ad esempio orientando il corpo verso lo stimolo, ma senza spostare lo sguardo. Altre esercitazioni hanno lo scopo di classificare le caratteristiche rilevanti del gioco e servono a distinguere gli stimoli distorcenti. Nel calcio, l’uso di sagome e di molteplici stimoli distrattivi possono aiutare la preparazione dei vari protagonisti. Occorre, in definitiva, allenare ‘l’occhio della mente’ a individuare ciò che migliora le prestazioni: scopi chiari, motivazione convinta e pianificazione dei compiti. L’intento è quello di ridurre eventuali elementi di disturbo (interrompendo le sequenze di azioni e reazioni improduttive) e sviluppare mappe interiori che rilevano e memorizzano la qualità degli stimoli ed i relativi comportamenti di risposta. Esercizi per migliorare l'attenzione al tempo e nel tempo Un altro importante allenamento riguarda l’abilità di porre attenzione al tempo e alla pressione temporale sul gesto sportivo e alla perizia necessaria al controllo senso motorio. Per allenare queste componenti è necessario differenziare gli stimoli temporali, come quando un portiere deve parare un rigore e viene disturbato dal contemporaneo movimento di più giocatori. Deve distinguere in modo certo dove dirigere la propria attenzione. Per concludere, la costanza, la familiarità e l’allenamento migliorano certamente le prestazioni sportive, ma è attraverso l’allenamento mentale che un atleta non solo migliora nella propria disciplina: trasforma se stesso.
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