Ogni mare mi sorprende! Ogni dettaglio mi coglie impreparata nel suo sentimento pulito, diretto. L'acqua mi assiste nel tempo stremato; sono in pausa e senza scadenza. Nel viaggio, seppur breve, di una vacanza trovo spazi di silenzio disponibile e riabilitante. Percorrere le onde e guardare in lontananza mi avvicina a un senso che ho perduto; quello della calma che si rispecchia in una distesa di cobalto inaccessibile come certi anfratti dell'anima. In pochi istanti la mente tace. Smette di percuotere, di chiamare. Smette e basta. Sento un richiamo più immediato, che mi cattura. Quello della comprensione e un assaggio di indulgenza. Sgorga come una colata bollente, senza preavviso; mi scuote e mi turba...l'ho tenuto per così tanto tempo che adesso il pianto, mi pare incandescente mentre mi avvicino all'isola. E' un'isola anche dentro di me. Mi sento caricata di una forza bloccante e implacabile, una briglia che lega e strozza, un rimpianto indigeribile, qualcosa che nel tempo non potevo neppure sentire. Non potevo accettare. Non potevo nemmeno dire. La vita qualche volta ci inchioda come anime in un pollaio. Alla catena di sentimenti taciuti e libertà negate, controllate. Nel tempo ho perduto la sensibilità e l'amore per cercarlo ora con un fardello carico di volontà! La volontà non serve, non qui, non adesso. Ho delegato ad altri la mia ragione e valicato il pendio della confidenza, della parola. Ho trovato la mia piscina eterna, l'acqua che attraverso uno sguardo, mi fa vedere la vita in trasparenza. Cerco le origini, l'origine dell'amore perduto, decaduto....ma non il mio. Per capire bisogna viaggiare. Allontanarsi e avvicinarsi. Perdere e perdersi. Per comprendere ho dovuto venire fino a qui. Per sentire con le tue mani. Nel mare lontano dell'uomo che mi ha generato, nel ventre di un vulcano che si inabissa per oltre duemila metri (nell'anima!), sento crescere tutta la mancanza, la tua e la mia. Tutta quella che non sapevo dove mettere. Tutta la potenza del legame e degli elementi. Mi spoglio dei pensieri, mi squamo di ogni scaglia di civiltà, mi privo di ogni peso. Nudo come un uccello mi tuffo proprio lì, nell'abisso che precipita, trasparente e livido. Mi tengo abbracciata al mio respiro. Da qui dentro, papà, non faremo più ritorno!
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