Le ricerche confermano che non basta avere un buon quoziente intellettuale (QI) o possedere l’abilità di imparare velocemente o facilmente, per emergere a scuola, nello sport o nella vita. Oggi sappiamo che avere successo nella vita dipende, oltre che da buoni metodi di apprendimento, dalla conoscenza delle persone, dalla loro motivazione e dall’approccio psicologico. Una caratteristica per prevedere in modo significativo il successo, non è quindi l'intelligenza sociale, non è l'aspetto fisico, la salute fisica o il Q.I. E’ l’intraprendenza. L’intraprendenza è la volontà tenace e aggressiva di imporsi, di farsi valere per raggiungere obiettivi a lungo termine. L’intraprendenza è la resistenza e la capacità di escogitare e tentare imprese anche rischiose. L’intraprendenza è tallonare il proprio futuro, giorno dopo giorno, non solo per una settimana, o per un mese, ma per anni, lavorando sodo per rendere quel futuro una realtà. L’intraprendenza è vivere la vita come una maratona, non come uno scatto. L’intraprendenza non dipende dal reddito della famiglia, dai punteggi nei test di valutazione, dal talento o dall’ambiente rassicurante. Dipende da una ‘crescita della mentalità’. E cioè dalla capacità di cambiare attraverso i propri sforzi, e di crescere in relazione a delle sfide. Se si riconosce che l’abilità di cambiare dipende dall’idea che ‘sbagliando si impara’ e che un errore non è permanente e si può accettare e/o correggere, è fatta. Si impara anche dai fallimenti. La mentalità di crescita, o per meglio dire lo sviluppo personale, diventa il lavoro che ci aspetta per realizzare le nostre migliori idee e intuizioni, e metterle alla prova. Dobbiamo valutare se abbiamo avuto successo e se dal fallimento o dall’errore siamo disposti a ricominciare daccapo con le lezioni imparate. In altre parole, dobbiamo essere intraprendenti nel diventare più intraprendenti.
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