La richiesta che un atleta rivolge al preparatore mentale è legata una domanda pratica: ‘quali sono, sul piano operativo, le strategie mentali che possono migliorare le mie prestazioni?’ In genere questa domanda parte dal presupposto che un trainer possa offrire suggerimenti autorevoli, adatti e fruibili allo scopo dell’atleta in questione. E’ una esigenza legittima. In realtà, la scienza dello sport dice che bisogna distinguere gli interventi ingenui e basati sull’intuizione del tecnico di turno, dagli interventi dimostrati empiricamente, e quindi utili, sul campo. Ad ogni modo, affinché il professionista possa essere di vero aiuto, deve calarsi nella complessità dell’esperienza dell’atleta e devono verificarsi alcuni pre-requisiti. Innanzitutto deve partire da quello che c’è. Dalle risorse che l’atleta ha a disposizione, ad esempio. Devono essere individuate e valorizzate. E non è un compito banale. Così come non è scontata la coscienza dell’atleta nel considerare le molte dinamiche in gioco: le condizioni ambientali, la forza o la debolezza degli avversari, la paura di perdere, il timore degli altri, non riuscire a vivere bene una sconfitta, la gestione dello stress. Per citarne alcune. E allora c’è da chiedersi: ‘che cosa si racconta, che dialoghi innesca, che immagini riproduce e cosa sente, chi cerca di essere se stesso alla massima potenza?’. E perché vuole migliorarsi? Quando le cose vanno bene, risultati, coinvolgimento, piacere, queste domande sono superflue. Sono i risultati che contano e l’atleta è definito di ’alto livello’. Ma, se i risultati non arrivano, e la sensazione è quella di essere un atleta di ’basso livello’, che non solo non ha buoni risultati, ma fatica a gestire anche le situazioni 'facili', è lì che subentra la figura del mental coach. Questi ha diversi compiti da espletare: - dà feedback puntuali e riflessioni sulle dinamiche in gioco, - anticipa e scala gli eventi, - offre stimoli motivazionali e agganci psicologici, - stimola le decisioni e l’autocontrollo, - fornisce trainings finalizzati a ottimizzare le conoscenze e le risorse a disposizione. Da parte sua, l’atleta ha la necessità di aprire il libro della conoscenza sulla complessità delle strategie a disposizione e migliorare alcune attitudini. Ad esempio, valutando ecologicamente i risultati che ottiene nelle sue prove, sia attraverso verifiche sul campo, sia confrontandosi con gli allenatori. Sia partecipando a percorsi di analisi video che a sessioni di colloquio e riflessioni. Ciò lo rende versatile e più maturo nell’utilizzare specifici protocolli di azione psicologica da integrare non solo al proprio allenamento quotidiano, ma in tutti gli ambiti della vita.
0 Comments
Leave a Reply. |
Libri di Lorenzo Manfredini
Questo Blog è dedicato interamente al mondo dello sport.
In questo spazio troverai argomenti inerenti la psicologia dello sport, il coaching sportivo e il counseling, insieme a notizie, stage di aggiornamento e progetti formativi. Post dedicati alla psicologia dello sport (subacquea e non)
Sensazione e Percezione (93) Attenzione e concentrazione (68) Memoria corporea (44) Movimento (58) Pensiero (85) Coscienza (37) Comunicazione (4) Agonismo (3) Emozioni (71) Ansia agonistica (40) Rilassamento (28) Autocontrollo (13) Immaginazione e visualizzazione (58) Respiro (34) Bioenergetica (4) Ipnosi e autoipnosi (2) Stato di flow (115) Resilienza (4) Apnea statica (48) Apnea dinamica (61) Apnea profonda (69) Training Mentale (84) Post dedicati ai bisogni personali
Salute (salute, alimentazione, sesso, sonno, omeostasi) (44) Sicurezza (fisica, lavorativa, morale, salute, proprietà) (19) Appartenenza (amicizia, affetto, intimità sessuale, amore) (16) Stima (autostima, motivazione, autocontrollo, realizzazione, rispetto) (41) Autorealizzazione (moralità, creatività, spontaneità, problem solving, accettazione, assenza di pregiudizi) (7) |