Quando compiamo un’azione sportiva ci chiediamo: ‘qual è la catena di eventi virtuosi che motiva a compiere azioni efficaci? Che cosa spinge a compiere allenamenti impegnativi e/o rischiosi? Quali sono le molle che si debbono attivare da un punto di vista psicologico? Ebbene, la risposta è nell’autodeterminazione. Essa parte dalla percezione che una persona ha dell’origine del proprio comportamento e delle ‘cause primarie’ delle proprie azioni (in questo ambito, la consapevolezza dei propri processi immaginativi, sensoriali e di pensiero sono basilari). In altre parole, la consapevolezza, il ’focusing’, che innesca la catena propulsiva è la ricerca del locus of causability. Cioè, il riconoscimento dei motivi che agiscono sulle risorse primarie della motivazione. C’è sempre un’origine, un locus of causability, che può essere utile identificare e valorizzare. Per riconoscerne l’origine bisogna cercare nei bisogni psicologici di base. Essi sono: il bisogno di autonomia, il bisogno di competenza e il bisogno di sentirsi in rapporto con gli altri. Per onorare questi tre bisogni, autonomia (esigenza di percepire i propri comportamenti originati da scelte personali), competenza (interazione e in parte controllo dell’ambiente attraverso le proprie azioni e scelte) e capacità relazionale (esigenza di stabilire legami significativi), esistono interessanti procedure di Training Mentale e PNL che ne esaltano e ne sviluppano il potenziale generativo. Certo, ci sono sport dove l’interazione con gli altri è meno importante, ma sullo sfondo delle proprie azioni c’è sempre il richiamo agli aspetti che possiamo definire personali o del Sé, dove gli altri, in un modo o nell’altro, ci sono sempre. Attraverso lo sport, pertanto, appaghiamo in modo positivo dei bisogni di base, rendiamo idonea l’autoregolazione degli stati interni e influenziamo le nostre relazioni. Tutto questo avviene attraverso un processo di internalizzazione, di consapevolezza e di regolazione, che passa dalle contingenze alle pressioni esterne, fino a giungere al centro, alla taratura di spinte interne ritenute piacevoli e aderenti ai propri valori. Riassumendo, per migliorare l’autodeterminazione e, conseguentemente, l’automotivazione, occorre identificare la qualità dei bisogni di base che spingono all’azione, riconoscere e stimolare il processo di internalizzazione, agire sulle leve del piacere e aderire ai propri valori di riferimento. E non è tutto qui: ‘l’autodeterminazione può essere vista come una travolgente cavalcata che lascia senza fiato, alla fine di ogni limite superato, oltre ogni limite immaginato’.
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