In un congresso organizzato da Apnea Academy nel 2007, dedicato ai modelli di allenamento, ho avuto il piacere di intervistare alcuni campioni di apnea subacquea sul loro tipo di allenamento psicologico. Le loro riflessioni mi hanno accompagnato nei congressi e nei corsi di training mentale e apnea dove partecipanti e addetti si sono interrogati sulla complessità psicologica sottesa alla disciplina. Condivido in questo scritto le loro riflessioni che se anche sono state fatte in modo sintetico fanno intuire le profonde implicazioni psicologiche di questa branca dello sport subacqueo. Lo sfondo delle domande che ho rivolto ai protagonisti è stato di questo tipo: quali tecniche e strategie psicologiche hai trovato utili nella tua formazione di atleta? Come fai per gestire al meglio i tuoi pensieri, le tue emozioni e le tue sensazioni? Come ti motivi verso il risultato? Come ti rappresenti il tuo scopo? Come affronti le difficoltà? Come percepisci il tuo limite? Ed ecco come hanno risposto campioni del calibro di Herbert Nitsch, Carlos Coste, Martin Stepanek, Mandy Rae-Cruickshank, il compianto Patrick Musimu, Michele Tomasi, Paola Parenti, Mimmo Blanda, Monica Barbero, Stefano Figini. Mi permetto di farne un breve riassunto evidenziando i punti che in quel momento mi sono sembrati qualificanti per i protagonisti. Herbert Nitsch Herbert è austriaco e ha fatto storia con i suoi record mondiali in ben otto discipline di immersione in apnea riconosciute dall'AIDA International. E’ detentore (2012) del record di immersione nella specialità No-Limits (assetto variabile assoluto), con l’incredibile profondità di -253.2 metri. Il suo approccio psicologico all’apnea è l’espressione più alta dell’autocontrollo, quasi ipnotico. Ha riguardato uno spiccato allenamento alla concentrazione sulle sensazioni corporee tramite il Training Autogeno e la respirazione, con una speciale attenzione ad ogni fase della compensazione. Nei suoi esercizi di avvicinamento e ripetizione delle quote più importanti, le sue prove per gradi, venivano accompagnate dalla visualizzazione, in una sorta di sogno lucido, dove una percezione dissociata consentiva di seguire il processo e di gestire il dolore collegato a determinati stati corporei. Quello che colpisce nell’osservare Herbert nelle sue prove è la facilità di estraniarsi, di dissociarsi attraverso tecniche yoga e respiratorie, e di immergersi totalmente nell'esperienza: come un tuffo in un sogno blu. Carlos Coste Carlos è Venezuelano. Nel 2003 è stato il primo uomo a oltrepassare la barriera dei 100 metri nella categoria di immersione libera. Il 9 Maggio 2006 ha stabilito il record del mondo di apnea nella categoria assetto variabile, toccando l'incredibile profondità di 140 metri a Sharm el-Sheikh, in Egitto. Nel corso dello stesso anno, mentre cercava di stabilire un nuovo record nella categoria senza limiti, Carlos ha subito un grave infortunio. Ha ripreso gli allenamenti un anno più tardi e, in seguito al suo ritorno alle gare, ha stabilito vari primati nazionali. Continua ad allenarsi duramente e a spingersi al limite durante le competizioni. Quello che mi ha colpito del suo approccio ai records, che ha poi confermato anche dopo l’infortunio, è stato di avere un sogno, un’idea forte da perseguire, con una interfaccia cosciente di pensiero, immaginazione, emozione, sensazione e movimento, sospinto dalla curiosità e dall’ottimismo, con emozioni e pensieri positivi. Le sue chiavi del successo sono avere un obiettivo; avere un programma semplice (l’ha chiamato la scala per il successo); realizzare un allenamento costante; lavorare in equipe; usare la visualizzazione, avere una attitudine mentale fiduciosa e suggestiva; saper risolvere problemi. Un esempio di problem solving lo ha avuto durante un tentativo di record dove ha dovuto interrompere la prova, sistemare l’attrezzo della discesa in variabile a martellate, e riprovare, con successo. Martin Stephanek Martin è Cecoslovacco ed è considerato uno dei migliori apneisti in circolazione. Di recente ha tentato il record di 125 mt in immersione costante. Oltre all’apnea ha praticato arti marziali. Ha lavorato molto con il Training Autogeno, con l’ascolto profondo delle sensazioni, con le immagini mentali e il dialogo interno. Insomma con ogni forma di rilassamento utile al controllo delle proprie sensazioni corporee. Le sue visualizzazioni sono particolari: l’esperienza sintetica, mentale, ha una durata simile all’esperienza effettiva, denotando una forte concentrazione. Inoltre le percezioni sono associate, sono molto intense verso il piacere e la soddisfazione e dissociate nei confronti dello sforzo e della fatica. Mandy Rae-Cruickshank Mandy è una Canadese che ha un record di 88 mt in immersione costante e 136 in immersione No-Limits. Ha espresso spiccata attenzione alla dimensione psicologica. Infatti, utilizza la visualizzazione immaginando azioni e reazioni, a secco e in acqua, posti e persone amiche. Quindi attiva tutto il processo dell’agire e reagire coinvolgendo non solo l’azione, ma ambienti e persone. Inoltre si focalizza in particolare, sulle sensazioni della discesa e della risalita, con una percezione associata, per stimolare il coinvolgimento, e dissociata per stimolare l’osservazione controllata. A tal proposito trova molto utile la video analisi, rivedendosi alla moviola. Associati a questi esercizi ha sviluppato un approccio alla gara e ai competitor molto speciale con una motivazione che di volta in volta è: fare per me, fare contro, fare con. Patrick Musimu Patrick nel 2005 è stato il primo uomo a raggiungere la quota di - 209 metri in no - limits ma è morto sfortunatamente nel 2011 durante un allenamento senza assistenza in piscina in circostanze ancora misteriose. Nonostante ci manchi ha lasciato una traccia molto forte nel suo approccio all’apnea. Infatti era esperto di Training Autogeno, di Visualizzazione, di Training Cognitivo e di tecniche del respiro innovative. Il suo interesse per i record era anche la ricerca della percezione dei limiti corporei e delle strategie per superarli, e il riconoscimento delle distorsioni e l’utilizzo del biofeedback. Nelle sue esperienze mentali si allenava in fantasia a riavvolgere il nastro della propria esperienza analizzandola nei dettagli. Secondo lui, i punti fondamentali per realizzare prestazioni di alto livello riguardavano: il controllo delle emozioni, le motivazioni, la percezione delle risorse potenziali, la percezione delle barriere, degli ostacoli e dei limiti, e l’equilibrio attivo. Michele Tomasi Michele, ha al suo attivo diversi record mondiali Cmas in acqua dolce, sotto i ghiacci e in piscina, dove ha raggiunto oltre i 200 mt in apnea dinamica. Quello che mi ha colpito di Michele, è il cambio di paradigma cioè di modello di pensiero che realizza, sia in l’allenamento che in gara. Il suo approccio emotivo all’apnea è tranquillo e rilassato, ma determinato. Un approccio ai record diverso da altri atleti, dove forse la maturità, l’esperienza, un certo tipo di professione, lo invitano ad approcciarsi alle fatiche in scarico di allenamento sapendo staccare e controllare il pensiero. Paola Parenti Paola è stata campionessa mondiale di Jump BLue. Il suo approccio evidenzia un modello femminile emancipato, dove la coscienza di quello che si compie, l’attenzione alle singole fasi dell’ allenamento, la visualizzazione di un risultato, devono attivare delle sensazioni positive di vittoria e di sana competizione, ma soprattutto devono valorizzare il confronto con se stessi (la crescita) e il confronto con gli altri (la relazione). Mimmo Blanda Mimmo per anni responsabile federale della nazionale di apnea ha un amore appassionato per la disciplina e l’insegnamento. Il suo approccio all’apnea è legata ad un criterio integrato di autopercezione, allenamento, processi energetici, dinamiche del piacere e del dolore, delle aspettative e dei modelli di pensiero che sostengono determinate azioni in gara. Monica Barbero Monica è una primatista mondiale di Jump Bleu con 145 mt. che ha costruito pazientemente e con rigore ogni propria conquista. Quello che ha evidenziato nel colloquio, oltre alle pratiche dell’allenamento mentale, del il rilassamento, del respiro, del pensiero, è avere un controllo interno dei propri progressi (locus of control interno) e al contempo uno stimolante rapporto con il proprio preparatore (locus of control esterno). Monica ha messo in evidenza qualcosa che non è scontato quando ci si allena, ed è avere le giuste motivazioni che riguardano se stessi, l’ambiente e i risultati da perseguire. Stefano Figini Stefano è il più importante campione del mondo di nuoto pinnato che l’Italia abbia mai avuto. Ha fatto record incredibili. Lui è un agonista puro che lotta con il cronometro motivo per il quale il suo approccio all’acqua e alle gare è un po’ diverso rispetto alla pratica degli apneisti puri. Infatti, il suo tema è competere per realizzarsi ed affermarsi. Il suo approccio psicologico alle gare è profondamente motivato dal desiderio di vincere, ma anche di non perdere e soprattutto di affrontare le paure con una gestione accorta delle proprie emozioni, controllando i pensieri che a volte si fanno incandescenti e ridondanti. Sono sicuro che ognuno di questi campioni, in questi anni, abbia contaminato positivamente la ricchezza della disciplina dell’apnea subacquea, non solo per se stessi o i propri records, ma anche per l’ambiente che sempre più respira il bisogno di aiutare ogni atleta a crescere come persona. I records stimolano il superamento dei propri limiti, ma il vero limite per ogni persona è essere felice mentre impara ad essere un uomo/donna migliore attraverso quello che apprende. L’apnea è la disciplina che lo consente in un modo delicato e affascinante.
Lorenzo Manfredini
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